Maharishi Mahesh Yogi, è conosciuto in occidente come il “guru dei Beatles “. Dopo che George Harrison partecipò ad una sua conferenza nel 1967, i Beatles decisero di provare la meditazione trascendentale e lo raggiunsero in India, a Rishikes. Giovani, artisti e personaggi di spicco, seguirono l’esempio dei Beatles negli anni successivi e Maharishi divenne una figura più che influente nella cultura giovanile degli anni 60.
Allievo di uno dei più grandi saggi dell’India, Maharishi ha portato in occidente la meditazione trascendentale. Con la collaborazione di esperti ha sponsorizzato la ricerca sull’uso delle erbe secondo la tradizione ayurvedica e attualmente una delle più grandi case farmaceutiche porta il suo nome.
“Possa il mondo vivere in pace, felicità, prosperità e libero falla sofferenza” è il messaggio che ha lasciato al mondo.
Buongiorno dottoressa. Vorrei sapere se c’è un nesso, e in caso qual è, tra la meditazione e la medicina ayurvedica.
Grazie.
L’origine della meditazione risale a circa 5000 anni fa, ai Veda, gli antichi testi sapienziali indiani: secondo il Rig Veda, meditare significa sospendere le attività mentali per ritrovare l’uomo reale, mettersi in contatto con la divinità. Alcuni secoli dopo la meditazione viene ridefinita nelle Upanishad, sacri testi nati a commento e conclusione dei Veda, come l’unica possibilità di uscire dalla sofferenza della vita, ritrovare noi stessi, liberarci dai legami karmici.
Nel Charaka Samhita, il principale testo di medicina ayurvedica, si legge che i saggi meditavano per connettersi con la divinità, ma la pratica della meditazione si diffonde con l’avvento del buddismo e l’affermarsi delle tecniche yogighe.
Si può quindi considerare la meditazione come utile complemento alla medicina ayurvedica.